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Sezione Poesia

Le Parole sono forze catartiche…da sempre angoli intimi di espressione di me stessa, sconosciuta e silenziosa per molti. Rifugio caldo dalla sterilità dei mille copiosi sorrisi, spazio autentico da vuoti giri di parole, essenza carica di espressività lontana dalla vacuità di rapporti inessenziali.
Fin da piccola scrivevo i miei pensieri, pensieri incompresi, abbandonati su fogli di diari ingialliti, su pagine di agende scolastiche, su pezzetti di carta, pagine della mia vita…parola, dopo parola
Oggi la forza di dare voce libera alle parole e ai colori, vissuti in silenzio e al buio.
Una raccolta breve, raccolta colma di sentimenti e ricordi esplosi come bombe dentro l’urna profonda dell’anima. Testi che fluiscono come riflessione di un’anima inquieta e tumultuosa.

Terra

Dentro morbide pieghe di
zolle dense
molle germoglio si annida
scivola
Ignara tacita la terra accoglie
semplice abbraccio antico
della vita
schiusa l’urna bruna
imprime la linfa vischiosa
Il silenzio ascolta la nascita
Il vento carezza il suolo
scioglie l’essenza per essere
principio

Ricordare

Ricercare i sogni tra i ricordi
sbiaditi
con un tremolio della pelle
nell’afferrare quelle scintille
ormai spente:
colpi di fucile al cuore.

Remota gioia invade
il sangue in ruscelli
imperiosi
e pulsa trionfante nella mente
l’immagine a scalpo
resa vivida.

Ridi

Le ciglia ad onda sui tuoi occhi
immensi, ponticelli per entrare dentro
il tuo tondo mondo,
che ha poco spazio
per accogliere le innumerevoli
carezze.

Ridi e i piccoli dentini sfilano come
il trenino che raccoglie ogni notte
i tuoi sogni
in fila.

Canti e le sillabe dolcissime
risuonano stridule per le stanze
e come gocce di colori
navigano sui soffitti
di nuvole.

Mi racconti di fate e principesse,
di fantasmi e dolcetti che cantano
in una lingua turchina
universale.

I tuoi occhi si accendono
di luci e sogni
fatti di carta crespa e veli
e ridi, ridi…

il mio sorriso

Padre mio

Padre mio
ho volato sul palmo
della tua mano per atterrare
sul tuo esteso petto

Padre mio
Ho danzato con il tutù bianco
sulle note strazianti della traviata
rimanendo umidi di lacrime.

Padre mio
Ti ho stretto a me annegato
dentro il velluto rosso
della tua poltrona

Padre mio
ho tentato di domare
i demoni della tua mente
ma ci hanno divisi.

Non più suoni
solo ululati nelle notti
capaci di tagliare il
mio corpo dormiente,
trascinando via per
sempre colori e sogni.

Tu giusto tra gli ingiusti
tu innocente tra i colpevoli
sei scappato da questa vita
con quell’ultimo bacio
rimasto dietro una porta
ormai eterna.

Pianto

Pioggia densa allunga sonora il suo manto
tra la cerulea nebbia di spuma,
gocce sognanti annegano tra le brune crepe.

Il silenzio scrosciante vela le urla
livide, forme pesanti d’eco
scavate nella bocca bianca.

Cielo crollato negli occhi ciechi
sconfitti da arcobaleni ondulati in nylon.
Ombre di luce rarefatta seguono i pendii,
scorrono umidi passi dentro muti sentieri.

Le anime stanche si adagiano
tra le valli odorose di pianto.

A pugni 

A pugni con il cuore
tra le vie dell’anima
per non ascoltare
questo vuoto
pesante
che ripete le stesse parole,
tranne una
che cerco…

La parola

La voce della narrazione esitò sulla pagina
di marmo, che per sempre divenne tacita e
si nascose nella naftalina del suolo,
che mai produsse radici.

La quercia si indurì e una mano
vi scolpì una parola che
giunse al cielo attraverso una
faglia vorticosa.

Il vento arido percosse la parola,
che penetrò nella fibra umana
legando fili e suoni

La vita parlò per l’eternità.

La mia carne

La mia carne è terra,
invasa da dominazioni e
resa libera da devastazioni.

È terra fertile
alimenta radici
in profondità.

La mia carne è terra
dai tanti cieli
da tempeste e sorsi di sole.

La mia terra è carne
che deposita e dona.

Inverso


Lo sbaglio nel ventre concepisce
inganni eterni.
Lo specchio con capovolti riflessi racconta la fiaba finale.

Galleggiano i coriandoli della finzione e
occhi ormai deformi
spiano.
I veleni scorrono nelle vene,
aria senza respiro
taglia.
I denti strappano.
I capelli giacciono recisi.

Il seme nero indifferente si schiude

Lei -fuoco

Aria nera assiste.

Si contorce la carta confondendo le parole:
vocali, lettere e lamenti volano in aria.
il silenzio nella bocca serrata
mentre scorre lava
sotto la pelle.

Occhi non comprendono
occhi non vedono.

Un urlo irrompe dal petto

…ancora in silenzio lei.

Mattino

Il mattino sonnecchia tiepido
su sguardi pigri
tra occhi rivolti alle stelle
di eventi attesi,
tra calde bocche unite
in baci leggeri.
Colori lenti si insinuano
dentro immagini
spente di paesaggi nebbiosi,
le luci abbracciano
le fontane delle piazze
gorgheggianti di nenie,
soffi lievi dondolano in
un girotondo di
foglie libere in volo.
Orchestre d’aria ondulano
paesaggi pietrosi
stanchi di sogni oziosi
Il mattino…

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