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Biografia

Genna Vincenza, nata a New York, trasferitasi ben presto con la famiglia in Sicilia. Si dedica alla scrittura fin da bambina, si laurea in lettere moderne e inizia prestissimo ad insegnare. Docente in un Istituto Tecnico Commerciale, trasmette agli alunni la sua passione per la letteratura e la poesia. Vive a Partanna con la sua famiglia, marito e quattro figli, addolcisce le giornate con la pittura e le cromo-parole. Ha ottenuto dei riconoscimenti nei concorsi poetici e nei concorsi pittorici di cui vanta alcune  pubblicazioni.

La raccolta pittorica

La raccolta è volta ad essere “oltrepoesia”, non una semplice sezione cromopoetica, ma un divenire dell’io-forma. L’arte che plasma la persona, che la ricrea e la rigenera in mutevoli forme.
Una pittura dal verso spezzato, caratterizzata da anoressia di pennellate, ma al contempo invadente e permeante.
Da paesaggi naturalistici-misterici pascoliani a paesaggi essenziali ungarettiani in continuo naufragio; da occhi baudeleriani immensi e immersi a volti disfatti e ruvidi.
L’impaziente forza di essere.
L’opera pittorica di Vincenza Genna si fonda sulla profonda convinzione che l’arte possa dare libero sfogo al nostro universo interiore. Da una parte, allora, le emozioni che ribollono nell’animo, come la lava di un vulcano, possono finalmente fuoriuscire e purificare il cuore, dall’altra l’opera artistica assume una funzione catartica e terapeutica anche per l’osservatore/lettore. Un tratto caratteristico: il simbolismo.
Anzitutto, un simbolo necessita di chi lo interpreti. L’opera, quindi, presume una relazione col pubblico, una affinità elettiva che la completi e la renda viva.
Vincenza Genna, attinge dalla tradizione artistica a tutto tondo, impreziosendo spesso le opere pittoriche con un verso poetico di apertura.
L’interpretazione è, allora, più fruibile, laddove l’opera diventa di denuncia, in particolar modo contro i mali culturali.
Infine, tra uno, nessuno e centomila, l’artista ricompone e riscopre la vera sé stessa, scegliendo “chi vuole davvero essere”… ed il vero “io”  fa davvero rumore…